Ingredienti
- 40 alicifresche e pulite
- 200gr Pisellipeso da sgranati
- 40gr Pane raffermo
- 20gr Pistacchipelati
- 1 rametto Menta
- 1 limone
- 2 cucchiai Olio Evo
- qb Sale
Direzione
Alici Farcite con Crema di Piselli
Le Alici Farcite con Crema di Piselli si possono servire come antipasto gustoso e saporito o come un secondo piatto, ideali per un pranzo od una cena a base di pesce in famiglia o con amici.
Per le Alici Farcite con Crema di Piselli disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, le foglie di menta e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, il limone, tagliare la scorza facendo attenzione a non prelevare la pellicina bianca sottostante e tenere da parte.
Eliminare la testa e la coda alle alici, eviscerarle, togliere la lisca, aprirle a libro, lavarle sotto acqua corrente, asciugarle con carta assorbente da cucina e tenere da parte.
Preparare la Crema di piselli:
Sgranare i piselli, lavarli sotto acqua corrente e scolarli.
In una pentola piena di acqua bollente leggermente salata, mettere a lessare i piselli con alcune foglioline di menta per 12 minuti.
Scolarli metterli nel bicchiere del frullatore con 1 cucchiaio di olio evo, azionare il frullatore al fine di ottenere una crema omogenea, soda e tenere da parte.
Nel bicchiere del frullatore mettere il pane raffermo a pezzi, i pistacchi, la scorza di ½ limone, 1 cucchiaio di olio evo, sale ed azionare il frullatore al fine di ottenere un composto fine ed omogeneo.
Su di una leccarda da forno ricoperta da carta da forno disporre ordinatamente ed appena distanziate le une dalle altre 20 alici aperte a libro e coprirle con il composto ai pistacchi.
Mettere sopra alle alici panate le altre 20 alici e pressarle leggermente.
Infornare a forno caldo a 200°C per 7 minuti.
Sfornarle e disporle ordinatamente su di un piatto di portata, guarnire con la crema di piselli.
Servire in tavola direttamente su piatto di portata o ad ogni commensale, porzionato, su piatto individuale.
Nota
L’alice o acciuga (Engraulis encrasicolus (Linnaeus, 1758)) è un pesce osseo marino appartenente alla famiglia Engraulidae di grande importanza economica. Acciuga deriva dal latino volgare apiua o apiuva per il classico aphyē, dal greco ἀφύη aphýē, nome di un piccolo pesce. Il termine alice, di area italiana meridionale, napoletana e siciliana (alici), deriva dal latino hallēx, allēx, alēc, hallēc o allēc, -ēcis, una salsa simile al garo, fatta con interiora fermentate di pesce, e a sua volta dal greco ἁλυκόν halykón, da confrontare con ἁλυκίς halykís (“salamoia”)
La specie è diffusa nell’Oceano Atlantico orientale, tra la Norvegia ed il Sud Africa. È presente e comune anche nei mari Mediterraneo, Nero e D’Azov. Alcuni esemplari sono stati catturati nel canale di Suez; si tratta quindi di una delle poche specie di pesci mediterranei che hanno intrapreso una migrazione verso il Mar Rosso in senso contrario a quello dei migranti lessepsiani. Si alimenta di giorno. Si nutre di zooplacton, le prede principali sono crostacei copepodi e stadi larvali di molluschi.
L’acciuga è una delle specie ittiche più importanti per le marinerie del mar Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico temperato caldo europeo. La sua cattura avviene con vari metodi (reti da strascico, reti da posta, ecc.), ma principalmente con un’apposita rete da circuizione nota come ciànciolo, in cui i banchi di acciughe e altri piccoli pesci pelagici vengono attratti da fonti luminose (lampàre). Nell’area mediterranea il bacino più produttivo risulta il mar Adriatico con l’80% dello sbarcato italiano. La misura minima per la commercializzazione nella UE è di 9 cm.
L’acciuga ha carni buone che vengono consumate sia fresche (ad esempio ripiene), sia conservate in svariati modi: sotto sale, sott’olio, come pasta d’acciughe, ecc. Le acciughe conservate entrano a loro volta in numerose ricette; ad esempio in Piemonte, dove in passato grazie alla conservazione sott’olio o sotto sale erano uno dei pochi pesci di mare tradizionalmente disponibili, oltre che alla base della bagna càuda sono utilizzate come antipasto sotto forma di acciughe al verde.
È oggetto, soprattutto nel mar Adriatico, di sovvrapesca. Si stima che la sola flotta di Chioggia in estate rigetti in mare tra le 6 e le 9 tonnellate al giorno di acciughe (e sardine) morte, per ogni coppia di navi, a causa del prezzo di mercato non remunerativo. Gli stock ittici si sono notevolmente ridotti nell’arco degli ultimi decenni.