Ingredienti
- 1,5kg Arista di maiale
- 30gr Cren
- 3 spicchi Aglio
- 1 rametto rosmarino
- 1 rametto Timo
- 1 cucchiaino Fecola di patate
- 1 bicchiere Vino bianco secco
- 1 cucchiaio Olio Evo
- qb Pepe
- qb Sale
Direzione
Arrosto di Maiale con Salsa al Cren
L’Arrosto di Maiale con Salsa al Cren è un secondo piatto, saporito ed appetitoso, ottimo da gustare a pranzo od a cena con familiari ed amici.
Per l’Arrosto di Maiale con Salsa al Cren disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, il rametto di rosmarino e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, il rametto di timo e tenere da parte.
Pelare l’aglio e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, l’arista di maiale, con un coltello ben affilato togliere le eventuali parti grasse, pepe e sale e legare l’arista con uno spago da cucina.
In una teglia da forno ricoperta da carta da forno, depositare l’arista legata, irrorare con l’olio evo, aggiungere gli spicchi di aglio, i rametti di timo e rosmarino, sale, pepe ed il vino.
Infornare a forno caldo a 200°C per 90 minuti.
Rigirare la carne di tanto in tanto in modo da avere una cottura uniforme da tutte le parti della carne.
Se il liquido asciugasse troppo versare un po’ di acqua calda.
A cottura ultimata prelevare la carne, avvolgerla in carta di alluminio per alimenti e far riposare per 10 minuti.
Recuperare il liquido di cottura, versarlo filtrato al colino fine in un pentolino, unire la fecola stemperata in poca acqua fredda, il cren grattugiato al momento e far bollire a fiamma vivace.
Al primo bollore, togliere dal fuoco, passare il minipimer ad immersione al fine di ottenere una salsa liscia ed omogenea.
Togliere carta di alluminio per alimenti, lo spago alla carne e disporla ordinatamente su di un piatto di portata.
Versare il sugo al cren ottenuto sulla carne.
Portare in tavola il piatto di portata preparato.
Nota
L’Arrosto di Maiale con Salsa al Cren è ottimo da gustare con un contorno di patate fritte a spicchi.
Il maiale (Sus scrofa domesticus), chiamato anche suino o porco, è un suide addomesticato appartenente ai mammiferi dell’ordine artidattili suiformi. Il maschio fertile si chiama verro, la femmina scrofa e i cuccioli lattonzoli; questi ultimi, in particolare, a loro volta si definiscono verretti se maschi o scrofette se femmine.
Si tratta di uno tra gli animali da macello più diffusi e più utilizzati dall’uomo, anche in ragione dell’ampia gamma di sottoprodotti derivati, che vanno da articolatissime specifiche lavorazioni delle sue carni allo sfruttamento delle setole (da qui il detto “del maiale non si butta via niente”). Il maiale domestico appartiene alla stessa specie del cinghiale e può riprodursi con esso.
Il termine maiale deriva dal latino majalem (“porco castrato”), così chiamato poiché era spesso utilizzato come sacrificio a Maia, madre di Mercurio.
L’allevamento del maiale pare antichissimo, e raffigurazioni di suoi presumibili progenitori sono anche nei graffiti della grotta di Altamira (ca. 40.000 a.C.). Intorno al 5.000 a.C. si suppone che sia avvenuta la domesticazione, in Cina, e tracce di poco più recenti se ne hanno anche in Mesopotamia.
Il maiale è sempre stato di vitale importanza nel sistema alimentare dell’uomo e la sua copiosa produzione lo ha reso di generale popolarità. Molte delle caratteristiche morfologiche o comportamentali del maiale sono anzi entrate nella fraseologia comune presso quasi tutte le culture (per lo più in senso spregiativo o offensivo, sino alla blasfemia).
Le caratteristiche nutrizionali della carne di maiale, ricca di grassi, sono forse all’origine di taluni precetti di alcune religioni (particolarmente di alcune originate in aree calde del Pianeta) che vietano di cibarsene o ne limitano l’assunzione.
L’utilizzo del maiale in cucina è sempre stato il principale e spesso unico scopo del suo allevamento. La sua carne viene utilizzata in svariati modi culinari, cotta con tecniche simili a quelle della carne bovina, oppure utilizzata per farne salumi di vario genere o per utilizzarne il solo grasso, a seconda del taglio. Si usano in cucina anche alcune frattaglie, fra cui il cervello, il fegato, il sangue (come, ad esempio, nel migliaccio pistoiese) e addirittura i piedi. Le varie forme culinarie di utilizzo possono variare da paese a paese e, all’interno dello stesso, da regione a regione. Nemmeno il grasso distribuito nella parte interna del maiale viene sprecato: si tratta della sugna, che viene fusa e poi utilizzata in vari modi, tra i quali la ricopertura della parte magra del prosciutto nella fase di stagionatura di quest’ultimo. In Italia la cottura delle carni avviene quasi sempre in padella o sulla griglia, mediante frittura o a fuoco lento nella preparazione di arrosti e brasati. Nei paesi nordici quali Germania e Austria parti delle carni di maiale idonee vengono anche servite bollite.