Ingredients
- 4 Costolette di maialecon l’osso da 180gr l’una
- 1 Cipolla rossa tropea
- 4 fette Ananas
- 3 cucchiai Zucchero
- 3 cucchiai Worchester
- 4 cucchiai Salsa soia
- 1 cucchiaio Ketchup
- 1 cucchiai Amido di mais
- 4 cucchiai Passata di pomodoro
- 3 cucchiai Aceto di mele
- 2 cucchiai Olio Evo
- 1 cucchiaio Sale Grosso
Directions
Costolette di Maiale in Agrodolce
Le Costolette di Maiale in Agrodolce sono un secondo piatto ottimo da gustare a pranzo od a cena con familiari ed amici.
Per le Costolette di Maiale in Agrodolce disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Sul piano di lavoro, con un coltello ben affilato, tagliare a cubetti le fette di ananas e tenere da parte.
Pulire, lavare, tritare la cipolla e tenere da parte.
Lavare le costolette, asciugarle con carta assorbente da cucina, batterle leggermente con il pesta-carne per rompere le fibre, togliere con un coltello ben affilato le parti grasse perimetrali e tenere da parte.
In una padella antiaderente capiente mettere a scaldare 2 cucchiai di olio evo.
Aggiungere la cipolla tritata e far rosolare mescolando a fiamma moderata.
Unire i cubetti di ananas e mescolare.
Versare la salsa worchester, il ketchup, lo zucchero, l’aceto, la salsa di soia, mescolare per qualche minuto.
In una altra padella antiaderente mettere la passata di pomodoro con l’amido di mais e cuocere per b5 minuti a fiamma moderata mescolando.
Versare il tutto nella padella con l’ananas e le altre salse e cuocere per 5 minuti, mescolare e tenere da parte.
In una bistecchiera mettere il sale grosso e farla scaldare.
Aggiungere le costolette e farle rosolare per 5 minuti, poi girarle e cuocerle per altri 5 minuti a fiamma moderata.
Trasferire le costolette con il loro sugo di cottura nella padella con l’ananas e le altre salse, far insaporire per 5 minuti e mescolare.
Depositare le costolette su di un piatto di portata con il sugo agrodolce.
Servire in tavola direttamente sul piatto di portata preparato.
Nota
Le Costolette di Maiale in Agrodolce si possono accompagnare con patate lesse prezzemolate o con verdura cotta a piacere.
Il maiale (Sus scrofa domesticus), chiamato anche suino o porco, è un suide addomesticato appartenente ai mammiferi dell’ordine artidattili suiformi.
Il maschio fertile si chiama verro, la femmina scrofa e i cuccioli lattonzoli; questi ultimi, in particolare, a loro volta si definiscono verretti se maschi o scrofette se femmine.
Si tratta di uno tra gli animali da macello più diffusi e più utilizzati dall’uomo, anche in ragione dell’ampia gamma di sottoprodotti derivati, che vanno da articolatissime specifiche lavorazioni delle sue carni allo sfruttamento delle setole (da qui il detto “del maiale non si butta via niente”).
Il maiale domestico appartiene alla stessa specie del cinghiale e può riprodursi con esso.
Il termine maiale deriva dal latino majalem (“porco castrato”), così chiamato poiché era spesso utilizzato come sacrificio a Maia, madre di Mercurio.
L’allevamento del maiale pare antichissimo, e raffigurazioni di suoi presumibili progenitori sono anche nei graffiti della grotta di Altamira (ca. 40.000 a.C.). Intorno al 5.000 a.C. si suppone che sia avvenuta la domesticazione, in Cina, e tracce di poco più recenti se ne hanno anche in Mesopotamia.
Il maiale è sempre stato di vitale importanza nel sistema alimentare dell’uomo e la sua copiosa produzione lo ha reso di generale popolarità.
Molte delle caratteristiche morfologiche o comportamentali del maiale sono anzi entrate nella fraseologia comune presso quasi tutte le culture (per lo più in senso spregiativo o offensivo, sino alla blasfemia).
Le caratteristiche nutrizionali della carne di maiale, ricca di grassi, sono forse all’origine di taluni precetti di alcune religioni (particolarmente di alcune originate in aree calde del Pianeta) che vietano di cibarsene o ne limitano l’assunzione.
L’utilizzo del maiale in cucina è sempre stato il principale e spesso unico scopo del suo allevamento. La sua carne viene utilizzata in svariati modi culinari, cotta con tecniche simili a quelle della carne bovina, oppure utilizzata per farne salumi di vario genere o per utilizzarne il solo grasso, a seconda del taglio.
Si usano in cucina anche alcune frattaglie, fra cui il cervello, il fegato, il sangue (come, ad esempio, nel migliaccio pistoiese) e addirittura i piedi.
Le varie forme culinarie di utilizzo possono variare da paese a paese e, all’interno dello stesso, da regione a regione.
Nemmeno il grasso distribuito nella parte interna del maiale viene sprecato: si tratta della sugna, che viene fusa e poi utilizzata in vari modi, tra i quali la ricopertura della parte magra del prosciutto nella fase di stagionatura di quest’ultimo.
In Italia la cottura delle carni avviene quasi sempre in padella o sulla griglia, mediante frittura o a fuoco lento nella preparazione di arrosti e brasati.
Nei paesi nordici quali Germania e Austria parti delle carni di maiale idonee vengono anche servite bollite.