Crocchette di Grana

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Ingredienti

Regolare le porzioni
200gr Grana Parmigiano Reggiano
25gr farina di riso
3 Albumi
1/2 litro olio arachidi
qb Noce moscata
qb Pepe

informazioni Nutrizionali

33g
Proteine
392k
Calorie
28g
Grassi
1g
Carboidrati
1g
Zuccheri

Crocchette di Grana

Caratteristiche:
  • Tradizionale

Prendere un po’ di preparazione per volta e formare con le mani delle crocchette, possibilmente tutte delle stesse dimensioni.
In una padella antiaderente mettere a scaldare l’olio di arachidi.
Aggiungere le crocchette, friggerle in ogni loro parte, girandole ogni tanto fino a doratura completa.
Prelevarle dalla padella con un mestolo forato e disporle su carta assorbente da cucina per far rilasciare l’olio in eccesso.

  • 25
  • Serves 4
  • Facile

Ingredienti

Direzione

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Crocchette di Grana

Le Crocchette di Grana sono un antipasto o un secondo piatto saporito ed appetitoso, ottimo da gustare a pranzo od a cena con familiari ed amici o per un buffet.

Per le Crocchette di Grana disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.

In un piatto fondo sbattere con una forchetta le 3 albumi con pepe, noce moscata e tenere da parte.

Aggiungere la farina, il parmigiano grattugiato ed amalgamare bene il tutto.

Prendere un po’ di preparazione per volta e formare con le mani delle crocchette, possibilmente tutte delle stesse dimensioni.

In una padella antiaderente mettere a scaldare l’olio di arachidi.

Aggiungere le crocchette, friggerle in ogni loro parte, girandole ogni tanto fino a doratura completa.

Prelevarle dalla padella con un mestolo forato e disporle su carta assorbente da cucina per far rilasciare l’olio in eccesso.

Disporle ordinatamente su di un piatto di portata.

Servire in tavola direttamente su piatto di portata.

Nota

Le Crocchette di Grana, se gustate come secondo piatto, si possono accompagnare con verdure fresche a piacere o con patatine fritte.

Il formaggio grana è un formaggio a pasta dura e granulosa, ottenuto dalla caseificazione del latte di mucca, tipico dell’Italia ed in particolare della Pianura padana lombardo-emiliana, con la produzione che si estende anche ad alcune zone di Piemonte, Veneto e Trentino Alto Adige.

Ottenuto in determinate aree geografiche con il rispetto di specifici disciplinari di produzione, è commercializzato con marchi che rappresentano una garanzia di rispetto di un determinato standard qualitativo; all’interno dell’Unione Europea, il termine “Grana” è ora legalmente protetto dalla denominazione del Grana padano, cosicché all’interno dell’UE solo il Grana Padano può essere venduto usando il termine “grana”.

Il formaggio grana viene prodotto in forme tipiche, rotonde e di grandi dimensioni.

Le forme stagionate non vengono “tagliate”, ma divise in spicchi triangolari tramite l’uso di particolari coltelli Tagliagrana che hanno lo scopo di spaccare il formaggio secondo linee naturali. Le forme non stagionate possono invece essere tagliate anche con una macchina munita di filo metallico collegato ad una manovella.

La struttura del formaggio viene descritta come granulosa e all’interno possono formarsi dei cristalli, maggiormente visibili se il formaggio stagionato viene tagliato, anziché spezzato.

Rientrano nella categoria dei formaggi grana: Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Trentingrana, Granone Lodigiano.

Anche altri formaggi a pasta dura, quali lo Sbrinz svizzero, il Gouda stagionato olandese e il Cheddar stagionato inglese possono essere grattugiati, ma la consistenza è più elastica e quindi la pasta si attacca alla grattugia con più facilità.

Una forma di formaggio grana deve obbligatoriamente avere un peso variabile compreso tra 24 kg e 40 kg. Per fare un chilo di formaggio grana occorrono ben 16 litri di latte.

La principale differenza tra il Parmigiano Reggiano e il Grana padano riguarda l’alimentazione delle vacche: nel disciplinare di produzione del Parmigiano Reggiano è vietato l’uso degli Insilati. Questo alimento può inquinare il latte con le spore del Clostridium tyrobutyricum, predisponendo il formaggio, in fase di stagionatura, all’insorgenza del gonfiore tardivo del grana, una delle alterazioni più gravi a carico di questo prodotto. L’uso degli insilati richiederebbe quindi l’aggiunta al formaggio di un conservante naturale, il lisozima, come avviene nella produzione del Grana Padano, non contemplata invece nel disciplinare di produzione del Parmigiano Reggiano in quanto non è previsto l’uso degli insilati.

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