Ingredients
- 300gr4 Cozze
- 300gr Vongole
- 12 fette Pane casereccio
- 1 ciuffetto Prezzemolo
- 1 bicchiere Vino bianco secco
- 4 cucchiai Olio Evo
- qb Pepe
- qb Sale
Directions
Crostini di Cozze e Vongole
I Crostini di Cozze e Vongole sono un antipasto gustoso e saporito ideali per un pranzo od una cena, a base di pesce, in famiglia o con amici o per un buffet.
Per i Crostini di Cozze e Vongole disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, le foglie di prezzemolo, tritarle e tenere da parte.
Mettere le cozze e le vongole sotto acqua corrente, eliminare il bisso, la barbetta che esce dalle due valve.
Spazzolarle una ad una, sempre sotto acqua corrente per rimuovere completamente tutte le incrostazioni.
Mettere le cozze e vongole, man mano che si spazzolano, in una ciotola capiente con acqua ed una manciata di sale grosso.
Lasciar riposare per 3 ore, in modo che ogni residuo di impurità vengano espulse dall’interno del mitile.
Cambiare l’acqua 3 o 4 volte nelle 3 ore aggiungendo sempre una manciata di sale grosso.
Mettere le cozze e vongole in uno scola-pasta e far sgocciolare.
In una padella antiaderente mettere a scaldare 1 cucchiaio di olio evo.
Mettere le cozze e le vongole, ½ bicchiere di vino bianco e lasciar cuocere fino alla apertura di tutti i frutti di mare.
Scolarli, togliere i molluschi dalle valve, metterli nella ciotola e tenere da parte.
In una padella antiaderente mettere a scaldare l’olio evo.
Aggiungere cozze e vongole e far saltare per b5 minuti a fiamma moderata mescolando.
Versare il restante vino bianco e far evaporare.
Togliere dal fuoco, spolverizzare con il prezzemolo tritato e mescolare.
Allineare su di una placca da forno ricoperta da carta da forno le fette di pane casereccio, mettere sopra ad ogni fetta un po’ di cozze e vongole ed irrorarle con il restante olio evo.
Infornare a forno caldo a 200°C per 20 minuti.
Sfornare e depositare su di un piatto di portata.
Servire in tavola direttamente su piatto di portata.
Nota
Se si vuol evitare tutto il lavoro di pulizia dei mitili si possono acquistare surgelati e già pronti da cuocere e seguire la ricetta per le altre parti.
Il mitilo o cozza (Mytilus galloprovincialis), Regolamento (CE) N. 1638/2001 e Regolamento (CE) N. 216/2009), è un mollusco bivalve ed equivalve. I mitili vengono chiamati comunemente anche cozze, muscoli, peoci, pedoli, móscioli, a seconda della zona geografica italiana. Quando è necessario distinguere questa specie dalle altre del genere Mytilus, essa viene indicata con l’espressione mitilo mediterraneo.
È un mollusco lamellibranco, dotato cioè di branchie a lamelle che assorbono l’ossigeno per la respirazione e che trattengono contemporaneamente il cibo per l’alimentazione, costituita soprattutto da placton e particellato organico in sospensione.
La distribuzione naturale del mitilo mediterraneo comprende tutte zone ove vi siano scogli, emersi o sommersi, in tutto il Mediterraneo, il Mar Nero e la fascia costiera dell’Atlantico orientale, dal Marocco alle Isole Britanniche.
I mitili sono frutti di mare molto apprezzati. Per questo motivo essi sono allevati in vivai distribuiti in tutto il Mediterraneo ed in alcune zone, particolarmente vocate, si pratica la pesca dei mitili selvatici.
Molte sono le ricette gastronomiche che vedono i mitili come protagonisti come in pentola o padella (eventualmente con vino bianco, pepe o altri aromi) insieme ai loro gusci; come componente di spiedini; fritti in pastella; come componente di sughi per condire la pasta, da soli o con altri frutti di mare; gratinati al forno con pan grattato, prezzemolo, aglio ed olio di oliva; in pentola con solo pepe e cotte con il coperchio (dopo opportuna pulizia dei gusci e del bisso – il filamento tipo spago che le tiene ancorate). Nel napoletano questa preparazione si chiama “impepata di cozze”, mentre se vi si aggiunge l’aglio e l’olio si chiama “sauté di cozze”.
Il mitilo mediterraneo è edule, ma il suo consumo richiede molte precauzioni poiché esso, se cresciuto in zone marine prossime a scarichi urbani od in zone ove le correnti marine trascinano elementi provenienti da acque reflue, può essere facilmente ricettacolo di batteri e/o virus molto pericolosi. Infatti i mitili, come d’altro canto tutti i lamellibranchi, filtrano attraverso le loro branchie una gran quantità di acqua trattenendone particelle e microorganismi in essa sospesi. I mitili potrebbero essere utilizzati per la depurazione delle acque, in quanto possono filtrare fino a 1000 litri di acqua al giorno. Per i motivi suddetti è sconsigliabile l’uso comune di mangiarli crudi. In ogni caso nella cottura i mitili devono necessariamente aprirsi in modo tale da far fluire il calore al centro del mollusco uccidendo tutti i batteri.