Ingredients
- 400gr Farina 00
- 2 Uova
- 1 bicchiere Latte
- 1 cucchiaio Zucchero
- 100gr Uvetta
- 1 bicchierino Rum bianco
- 25gr Lievito di birra
- 100gr Zucchero a velo
- 1/2 litro Olio d'arachidi
- qb Sale
Directions
Fritole Veneziane
Le Fritole Veneziane sono il simbolo gastronomico del Carnevale di Venezia.
Disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
In una ciotola setacciare la farina
con un colino fine e tenere da parte.
In un pentolino intiepidire il latte
e tenere da parte.
In una ciotolina mettere l’uvetta
e farla ammollare in acqua tiepida
per almeno 30 minuti.
Mettere in un bicchiere 5 cucchiai di acqua tiepida
e sciogliere il lievito
e tenere da parte.
In una ciotola capiente mettere la farina setacciata,
lo zucchero, un pizzico di sale
e mescolare bene.
In una ciotola capiente disporre a fontana la farina
con lo zucchero ed unire le uova,
il rhum ed il lievito diluito,
iniziare ad impastare con una spatola.
Aggiungere il latte tiepido,
mescolare bene al fine di ottenere una pastella densa
e liscia.
Scolare l’uvetta
ed asciugarla con carta assorbente da cucina.
Metterla nell’impasto
e mescolare bene.
Coprire la ciotola
con pellicola trasparente per alimenti.
Mettere il composto a lievitare in un luogo tiepido,
forno spento, fino a quando il suo volume non sarà raddoppiato.
In una padella antiaderente
mettere abbondante olio di arachidi a scaldare.
Versare
una cucchiaiata alla volta di impasto
con l’uvetta fino a doratura delle fritole.
Con un mestolo forato
togliere le fritole dalla padella
e depositarle su carta assorbente da cucina
per far colare l’olio in eccesso.
Spolverizzare le fritole con lo zucchero a velo.
Nota
Le Fritole Veneziane sono il simbolo gastronomico del Carnevale di Venezia.
Considerate come il dolce nazionale della Repubblica Serenissima, risalgono all’epoca rinascimentale e nel 1700 circa furono elette dolce nazionale dello Stato Veneto. La ricetta del tempo prevedeva l’aggiunta dello strutto al posto dell’olio, l’uso del latte di capra e l’aggiunta all’impasto di zafferano.
Venivano preparate in strada dai fritoleri in piccole baracche di legno e vendute calde, nel ‘600 si costituirono in una associazione che era composta da settanta di loro, ognuno con una propria area dove poter esercitare in esclusiva l’attività commerciale e con la garanzia che a loro potevano succedere solo i figli. Questa corporazione rimase attiva fino alla caduta della Repubblica lagunare, anche se l’arte dei “fritoleri” scomparve definitivamente dalle calli veneziane solo alla fine dell’ottocento.
Gli storici raccontano che i fritoleri fossero soliti impastare le frittelle, fatte con uova, farina, zucchero, uvetta e pinoli, su grandi tavoli di legno. Poi le friggevano con olio, grasso di maiale o burro, in enormi padelle sostenute da tripodi. Una volta pronte venivano cosparse di zucchero e sistemate su grandi piatti decorati, al loro fianco, su altri piatti, erano esposti in bella vista gli ingredienti allo scopo di sottolineare la genuinità del prodotto. Anche se l’autentica frittella rimane comunque quella veneziana, in tutto il Veneto si diffusero ricette locali, che prevedono frittelle confezionate con frutta immersa nella pastella o con fiori o con ortaggi, in certi casi perfino con erbe spontanee di prato e di monte e ancora con il riso e la polenta. Ma l’influenza della “fritola” contagiò anche altre culture, tanto che troviamo perfino una frittola ebraica, che gli Ebrei veneziani preparano ancor oggi in occasione della Festa del Purim.