Ingredienti
- 1,3kg Lonza di maiale
- 80gr Prosciutto cotto1 sol fetta
- 1 Carote
- 1 Cipolle rosse
- 1 gamba Sedano
- 2 rametti rosmarino
- 3 foglie Salvia
- 1/2 bicchiere Vino bianco secco
- 30gr Burro
- 2 cucchiai Olio Evo
- qb Pepe
- qb Sale
Direzione
Lonza di Maiale e Prosciutto
La Lonza di Maiale e Prosciutto è un secondo piatto saporito ed appetitoso, ottimo da gustare a pranzo od a cena con familiari ed amici.
Per la Lonza di Maiale e Prosciutto disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, le foglie di salvia, tritarle e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, gli aghi di rosmarino, tritarli e tenere da parte.
Pulire, lavare, tritare la cipolla e tenere da parte.
Pelare la carota, lavarla, tritarla e tenere da parte.
Lavare il sedano, pestarlo con la lama di un coltello, tritarlo e tenere da parte.
Sul piano di lavoro, con un coltello ben affilato, tagliare 3 strisce per il lungo dal prosciutto cotto, rotolarle nel trito di salvia e rosmarino e tenere da parte.
Lavare la lonza di maiale, asciugarla con carta assorbente da cucina, togliere le parti grasse e l’eventuale pelle, legarla con lo spago alimentare da cucina e tenere da parte.
Con un coltello fine praticare 3 fori, per la lunghezza della lonza, dove inserire le strisce di prosciutto cotto rotolate nelle erbe pari alla lunghezza della lonza e tenere da parte.
In una padella antiaderente mettere a scaldare l’olio evo ed il burro.
Aggiungere la lonza e far rosolare in tutte le sue parti.
Aggiungere la cipolla, la carota, il sedano tutti tritati, pepe e sale.
Unire il vino bianco secco e far evaporare un po’.
Continuare la cottura per 80 minuti a fiamma medio bassa, rigirare la carne di tanto in tanto.
A fine cottura della lonza, slegarla, sistemarla al centro del piatto di portata con il suo condimento di cottura.
Servire in tavola su piatto di portata.
Nota
Il maiale (Sus scrofa domesticus), chiamato anche suino o porco, è un suide addomesticato appartenente ai mammiferi dell’ordine artidattili suiformi. Il maschio fertile si chiama verro, la femmina scrofa e i cuccioli lattonzoli; questi ultimi, in particolare, a loro volta si definiscono verretti se maschi o scrofette se femmine.
Si tratta di uno tra gli animali da macello più diffusi e più utilizzati dall’uomo, anche in ragione dell’ampia gamma di sottoprodotti derivati, che vanno da articolatissime specifiche lavorazioni delle sue carni allo sfruttamento delle setole (da qui il detto “del maiale non si butta via niente”). Il maiale domestico appartiene alla stessa specie del cinghiale e può riprodursi con esso.
Il termine maiale deriva dal latino majalem (“porco castrato”), così chiamato poiché era spesso utilizzato come sacrificio a Maia, madre di Mercurio.
L’allevamento del maiale pare antichissimo, e raffigurazioni di suoi presumibili progenitori sono anche nei graffiti della grotta di Altamira (ca. 40.000 a.C.). Intorno al 5.000 a.C. si suppone che sia avvenuta la domesticazione, in Cina, e tracce di poco più recenti se ne hanno anche in Mesopotamia.
Il maiale è sempre stato di vitale importanza nel sistema alimentare dell’uomo e la sua copiosa produzione lo ha reso di generale popolarità. Molte delle caratteristiche morfologiche o comportamentali del maiale sono anzi entrate nella fraseologia comune presso quasi tutte le culture (per lo più in senso spregiativo o offensivo, sino alla blasfemia).
Le caratteristiche nutrizionali della carne di maiale, ricca di grassi, sono forse all’origine di taluni precetti di alcune religioni (particolarmente di alcune originate in aree calde del Pianeta) che vietano di cibarsene o ne limitano l’assunzione.
L’utilizzo del maiale in cucina è sempre stato il principale e spesso unico scopo del suo allevamento. La sua carne viene utilizzata in svariati modi culinari, cotta con tecniche simili a quelle della carne bovina, oppure utilizzata per farne salumi di vario genere o per utilizzarne il solo grasso, a seconda del taglio. Si usano in cucina anche alcune frattaglie, fra cui il cervello, il fegato, il sangue (come, ad esempio, nel migliaccio pistoiese) e addirittura i piedi. Le varie forme culinarie di utilizzo possono variare da paese a paese e, all’interno dello stesso, da regione a regione. Nemmeno il grasso distribuito nella parte interna del maiale viene sprecato: si tratta della sugna, che viene fusa e poi utilizzata in vari modi, tra i quali la ricopertura della parte magra del prosciutto nella fase di stagionatura di quest’ultimo. In Italia la cottura delle carni avviene quasi sempre in padella o sulla griglia, mediante frittura o a fuoco lento nella preparazione di arrosti e brasati. Nei paesi nordici quali Germania e Austria parti delle carni di maiale idonee vengono anche servite bollite.