Ingredients
- 120gr Farina 00
- 12gr Lievitoin polvere
- 230gr Zucchero
- 3 Uova
- 1 noce Burro
- 1 limone
- 1/2 cucchiaino Sale
Directions
Sponge Cake
La Sponge Cake è ottima da servire con il thè, per la merenda o per la prima colazione con il caffè-latte od il cappuccino, liscia o farcita di crema o di panna montata.
Per la Sponge Cake
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Spremere un limone nello spremiagrumi
e tenere il succo da parte.
Grattugiare la scorza di mezzo limone
e tenere da parte.
Setacciare la farina con il lievito in polvere
e mezzo cucchiaino di sale e tenere da parte.
In 2 ciotole capienti mettere separatamente i tuorli
e gli albumi.
Nella ciotola con i tuorli sbatterli con lo sbattitore elettrico
fino a farli diventare giallo chiaro.
Sempre con lo sbattitore azionato,
unire poco a poco lo zucchero fino ad amalgamarlo bene,
unire 2 cucchiai di succo di limone
e la scorza grattugiata di mezzo limone
e continuare a sbattere fino a completa amalgamazione.
Sempre con lo sbattitore azionato aggiungere poco per volta la farina,
il lievito ed il sale setacciati al fine di ottenere un composto liscio ed omogeneo.
Montare a neve ben ferma gli albumi,
utilizzando lo sbattitore elettrico.
Con metà degli albumi montati lavorare a mano il composto preparato in precedenza
ed amalgamare bene.
Aggiungere all’impasto ottenuto
l’altra metà degli albumi montati a neve
e lavorarli con delicatezza.
Imburrare il fondo di una teglia da forno con cerniera,
versare il composto e livellarlo con una spatola per dolci.
Infornare a forno caldo a 180°C per 60 minuti
o fino a doratura.
Far raffreddare la sponge cake,
sganciare la cerniera.
Servire in tavola su piatto di portata
o su alzatina per dolci.
Nota
La Sponge Cake è una torta inglese ideale per essere utilizzata come base nelle torte a più piani, tagliata in senso orizzontale in 2 o 3 parti si può farcire con crema o altro ingrediente a piacere e ricomponendo poi la forma della torta.
La Sponge Cake è una torta di origine inglese perfetta per le feste di compleanno, si può farcire con panna montata o rivestire con pasta di zucchero.
La farina alimentare (dal latino farīna, derivato da far «farro») è il prodotto della macinazione dei frutti secchi o dei semi di varie piante: si ha farina di grano, di mais, di orzo, di farro, di riso, di avena, di segale, di castagne, di ceci, di mandorle, di grano saraceno. Comunemente però indichiamo col nome di farina, senza specificarne l’origine, quella ottenuta dal grano tenero (Triticum aestivum) e usata per la panificazione, in pasticceria e in cucina. La farina di grano duro, usata per la panificazione e la produzione di pasta alimentare, prende il nome di “semola”.
Una “farina” è un prodotto macinato fine; alla vista non sono distinguibili i singoli frammenti e al tatto risulta come una polvere impalpabile, come il talco o la polvere di cacao.
La farina 00 è quella più raffinata e priva di particelle di crusca e cruschello.
La farina integrale è quella con la più alta percentuale di cruschello e crusca, la legge italiana impone dei limiti che sono 1,3%-1,7% di presenza di ceneri (nella tabella qui sotto il valore delle ceneri corrisponde al valore di sali minerali). Il grano tenero macinato veramente in modo integrale possiede mediamente una percentuale di ceneri (sali minerali) che varia dal 2 al 2,2%, quindi nella farina integrale normalmente commercializzata una parte della crusca è asportata.
La proprietà più importante della farina è il fattore di panificabilità (chiamato spesso “Forza”, cioè la capacità di resistere nell’arco del tempo alla lavorazione. La Forza della farina deriva dalla qualità del grano macinato per produrla, quindi dal suo contenuto proteico, in particolare di quello di unità proteiche insolubili in acqua gliadine e glutenine. Queste proteine semplici poste a contatto con l’acqua e grazie all’azione meccanica dell’impastare, formano un complesso proteico detto glutine, che costituisce la struttura portante dell’impasto. Si tratta di un complesso viscoelastico stabilizzato da legami di natura covalente (ponti di solfuro, etc.) e non (legami idrogeno, ionici, interazioni di tipo idrofobico, forze di Van der Waals, etc.) che trattiene sia i componenti dell’impasto, microrganismi compresi, sia i gas, metaboliti secondari ecc. che si sviluppano all’interno nella struttura.
Le farine in commercio al dettaglio hanno un fattore di panificabilità variabile. Solitamente quella delle farine 0 e 00 generiche si aggira sul W 150, quella delle 00 specifiche per prodotti non lievitati (creme, torte a lievitazione chimica come il plum-cake, biscotti, crostate) dal W 80 al W 150, quella delle 00 e 0 specifiche per pizza dal W 200 al W 280, quella delle 00 specifiche per dolci lievitati intorno al W 300. Le farine chiamate manitoba portano il nome della provincia del Manitoba (Canada) di cui è originario il grano con cui sono prodotte; attualmente questa varietà è coltivata in tutto il mondo. La farina manitoba presenta un alto contenuto proteico e conseguentemente una maggiore capacità di assorbimento dei liquidi, maggiore elasticità e resistenza, comunque queste proprietà non implicano un maggior valore del fattore di panificabilità (forza) per cui non è detto che le farine manitoba siano più forti di altre varietà.
Le confezioni per uso domestico oramai indicano spesso sia il valore W della farina sia la composizione del prodotto. Se non è presente il valore di W, una qualche indicazione è data dal contenuto proteico. Quest’ultimo è sempre dichiarato ed è espresso in grammi e in percentuale nella tabella dei valori nutrizionali. Una farina 00 standard ne contiene ca. 9,5 g, una manitoba ca. 12,5. Più è alto il contenuto proteico, più la farina è da ritenersi forte e più lungo è il tempo minimo richiesto per la lievitazione.