Ingredients
- 1 rotolo Pasta sfogliarettangolare
- 500gr SpinaciPer ripieno
- 150gr RicottaPer ripieno
- 70gr Parmigiano ReggianoPer ripieno
- 1 UovaPer ripieno
- 2 cucchiai Olio EvoPer ripieno
- qb SalePer ripieno
Directions
Tartelette di Spinaci
Le Tartelette di Spinaci sono un piatto versatile si possono servire come antipasto o come contorno gustoso e saporito, ideale per un pranzo od una cena o per un aperitivo, in famiglia o con amici o per un buffet.
Per le Tartelette di Spinaci disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Dal rotolo di sfogli ritagliare 12 quadrati che siano più grandi delle formine per le tartelette.
Ungere con olio evo le formine, della forma desiderata, inserire i quadrati di pasta sfoglia, ritagliare i pezzi di pasta che fuoriescono dalle formine, bucherellare la pasta con i rebbi di una forchetta e tenere da parte
Lavare, mondare gli spinaci, eliminare i gambi, le foglie ammalorate.
Mettere gli spinaci in una pentola senza acqua e cuocere a pentola coperta per 20 minuti a fiamma moderata.
Scolarli, far raffreddare e strizzarli bene con le mani.
Preparare il ripieno:
nel bicchiere del mixer mettere gli spinaci, 50gr di parmigiano, la ricotta, l’uovo azionare il mixer al fine di ottenere una crema omogenea.
Disporre ordinatamente le formine su di una placca da forno ricoperta da carta da forno e riempirle fino ai ¾ del loro volume con il ripieno preparato e spolverizzare ognuna con un po’ di parmigiano rimasto.
Infornare a forno caldo a 180°C per 15 minuti.
Sfornarle disporre ordinatamente le tartelette su di un piatto di portata, si possono guarnire a piacere o lasciarle come sfornate.
Servire in tavola direttamente nel piatto di portata.
Nota
Le Tartelette di Spinaci se servite come contorno si accompagnano a carni e pesci al forno o lessati.
Lo spinacio (Spinanacia oleracea) è della famiglia delle Chenopodiaceae.
In Italia è arrivato attorno all’anno 1000, direttamente dalla Spagna dove era stato diffuso dagli arabi o dai crociati, a seconda delle versioni. L’origine più probabile è persiana. La sua coltivazione si diffonde solamente a partire dal quattordicesimo secolo, in particolar modo in Toscana, negli orti delle suore Benedettine. Si narra che fossero molto amati da Caterina de’ Medici, tanto che, alla sua partenza per la Francia dove sarebbe diventata moglie del futuro re Enrico II, portò con sé alcuni cuochi di corte per assicurarsi di avere sempre a disposizione sulla tavola gli amati spinaci. Sembra derivare da qui il detto tutto francese à la florentine, riferito alle pietanze servite su un letto di spinaci. Di questa pianta si consumano le foglie spesse e verdi. Gli spinaci sono tra gli ortaggi con il più alto contenuto di ferro, ma è diffusa l’errata convinzione che ne contenga un quantitativo elevato tanto che a volte si mangiano spinaci in alcuni casi di anemia. Sembra che questa credenza, più volte smentita, sia nata in seguito ad un errore di battitura su un’etichetta: invece di scrivere 3,4 mg ogni 100 gr, anche se secondo altre rilevazioni la quantità sarebbe di 2,9 mg ogni 100gr, fu scritto 34. Questo avvenne prima del 1929, quando fece la sua comparsa il fumetto Braccio di Ferro. A parità di peso altri vegetali hanno un contenuto di ferro molto più alto: lenticchie (9 mg di ferro ogni 100 g), semi di girasole (8,9 mg), farina di soia (8,4 mg), ceci (6,7 mg/100 g). Sono indicati per la salute dei nostri occhi, per prevenire patologie all’apparato cardiocircolatorio, oltre che per le gestanti. Pur essendo più comoda la cottura in acqua, il consiglio degli esperti per mantenere intatte tutte le proprietà positive degli spinaci è quello di mangiarli crudi, oppure di scottarli senza l’utilizzo di acqua, visto che ne contengono già in abbondanza. Gli spinaci possono essere surgelati ed hanno la proprietà di non perdere il sapore li hanno fatti diventare nel tempo uno dei prodotti principali dell’industria conserviera. I vari tipi di spinaci vengono impiegati in modi diversi in cucina, ci sono quelli piccoli e con foglie lisce, destinati ad essere mangiati crudi, in insalata; ci sono poi quelli con foglie molto sottili, difficili da trovare sul mercato perché coltivati per la produzione di surgelati; per finire ci sono quelli con foglie più coriacee e bollose, che sono invece destinate al consumo fresco solo a seguito di una cottura. Negli ultimi anni, si stanno sempre di più diffondendo le varietà a foglia liscia anche per la cottura casalinga, perché più facili da lavare e pulire dai residui di terra e sabbia. Si tratta di una verdura che si può trovare quasi tutto l’anno, anche se il picco di produzione si ha fra l’autunno e l’inverno, con semine che vanno dalla fine dell’estate all’inizio dell’autunno.