Ingredienti
- 8 fettine Prosciutto crudo
- 150gr Fave
- 2 Albume
- 50gr Panna fresca
- 30gr Burro
- 30gr Parmigiano Reggiano
- 20gr Farina 00
- 1 ciuffettino Basilico
- 1 ciuffettino Prezzemolo
- qb Pepe
- qb Sale
Direzione
Tronchetti di Crudo e Fave
I Tronchetti di Crudo e Fave sono un antipasto saporito ed appetitoso, ottimo da gustare a pranzo od a cena con familiari ed amici o per un buffet.
Per i Tronchetti di Crudo e Fave disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, le foglie di prezzemolo, tritarle e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, le foglie di basilico, tritarle e tenere da parte.
Sgranare i piselli, lavarli sotto acqua corrente, scolarli e tenere da parte.
In una pentola piena di acqua bollente leggermente salata, mettere a sbollentare le fave per 5 minuti, scolarle, pelarle, metterle nel bicchiere del mixer con il parmigiano, pepe, sale ed azionare il mixer al fine di ottenere una crema omogenea e tenere da parte.
In un pentolino far fondere 15gr di burro e tenere da parte.
In un piatto fondo sbattere con i rebbi di una forchetta gli albumi con 1 pizzico di sale, il prezzemolo ed il basilico tritati, la panna, la farina, il burro fuso e tenere da parte.
In un pentolino antiaderente da 15cm di diametro unto di burro preparare, 1 per volta 4 frittatine, fritte da 1 solo lato, depositarle, dalla parte fritta, su 4 fogli di carta da forno e far intiepidire.
Stendere su di ognuna 2 fettine di prosciutto crudo, sul lato non fritto, spalmare sopra il composto di fave ed arrotolarle su sé stesse, senza la carta da forno.
Rifilarle alle estremità, dividere ciascuna in 3 tronchetti.
Allineare i tronchetti su di un piatto di portata, guarnire a piacere.
Servire in tavola su piatto di portata.
Nota
Il prosciutto crudo è un salume tipico italiano (prodotto agroalimentare tipico italiano) ottenuto dalla salatura a secco dalla coscia del maiale, in particolare da animali che hanno raggiunto un peso intorno ai 150 kg.
Specialità ottenute dallo stesso taglio anatomico in nazioni diverse dall’Italia assumono nomi specifici e non possono essere assimilate al prodotto italiano, soprattutto in virtù del fatto che la specificità del prosciutto crudo italiano risiede nelle particolari tecniche produttive e nella stagionatura in microclimi specifici.
Le prime notizie della produzione di prosciutto in Italia possono ricondursi alla civiltà Etrusca del VI E V secolo A.C., ma soprattutto alla civiltà dell’antica Roma, esiste tuttora una via romana denominata “Panisperna” (panis=pane e perna=coscia di maiale).
Le testimonianze di storici dell’epoca romana non mancano, ed infatti Ippocrate nel V secolo A.C. considerava la carne di maiale ” quella che fornisce più energia al corpo e la più digeribile”.
Ancora, Catone nel II secolo A. C. nel suo De Agricoltura spiegava i metodi di conservazione della coscia di suino.
Il maiale che abita per lo più nella Maremma Toscana e nella Pianura Padana è considerato fonte di sostentamento ideale. Inoltre grazie ai processi messi in atto, seppur in maniera ancora rudimentale, diviene il pasto più facile per gli eserciti.
La conservazione a lunga durata per i tempi permetteva a questo prodotto di essere una provvista eccellente e duratura, in grado di fornire anche le proteine necessarie per essere fonte di sostentamento per qualche giorno.
Il prosciutto crudo si ottiene tramite salatura e successiva stagionatura della coscia (arto posteriore) del maiale; tale taglio di carne è detto infatti “prosciutto”. In nessun caso può essere utilizzato il termine “prosciutto crudo” per definire specialità salate ottenute da altre parti anatomiche del suino, ivi compresa la spalla.
Il prosciutto crudo viene conciato a secco e lavorato con sale marino. Alcuni disciplinari di prosciutti DOP escludono tassativamente l’impiego di conservanti, mentre nella maggior parte dei prosciutti prodotti in Italia è consentito l’uso di nitrati nelle quantità previste dalla legge. L’utilizzo di nitrati è comunque molto raro. Dopo la salatura iniziale e l’inizio dei processi di fermentazione, il prosciutto crudo viene stagionato (e in questa fase perde una buona percentuale di acqua: la parola prosciutto deriva, infatti, dal latino perexsuctum che significa “prosciugato”).
Dal punto di vista prettamente tecnico, il processo di stagionatura può essere equiparato a quello di una naturale mummificazione per disidratazione
Alcune varietà italiane di prosciutto sono: Prosciutti di Parma in essiccazione, prosciutto del Carso, p. di Carpegna, p. di casaletto, p. di Castelnuovo, prosciutto di cinta senese, p. di Cormons, p. di Cuneo, p. di Faeto, p. di Faleria, p. di Modena, p. di Monte, p. dei Nebrodi, p. di Norcia, p. di Parma, p. di Pietraroja, p. di San Daniele, p. Toscano, prosciutto Pratomagno, prosciutto Veneto-Berico- Euganeo, p. Sardo, p. di Sauris, Jambon de Bosses, p. di Trevico, p. di Venticano, prosciutto di Villagrande Strisaili.