Ingredienti
- 1 kg Ciliegieamarene
- 750cl Vino rosso
- 250gr Zucchero
- 1 pezzo Cannella
- 2 Chiodi di garofano
- 1 limonesolo scorza
- 200gr Fetta di pane
Direzione
Zuppa di ciliegie Brianzola
La Zuppa di ciliegie Brianzola è un dessert dell’antica tradizione lombarda, che si gustava come dessert o come una merenda, energizzante, per la presenza del vino. La Zuppa di ciliegie Brianzola presenta la peculiarità del contrasto fra il dolce dello zucchero e l’aspro delle amarene che la rende molto particolare al gusto.
Per la Zuppa di ciliegie Brianzola
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina:
- le amarene, snocciolarle e tenere da parte
- pelare, il limone e tenere da parte la scorza.
In una pentola, o meglio ancora in un recipiente di coccio, portare ad ebollizione il vino.
Unire lo zucchero, la cannella,
i chiodi di garofano e la scorza di limone.
Continuare a bollire fino a far evaporare la metà del volume del vino.
Versare le amarene e lasciare sobbollire 1 minuto.
Dopo aver tolto gli aromi,
travasare il vino aromatizzato,
in una zuppiera sul cui fondo sono disposte le fettine di pane.
Mettere in frigorifero fino al momento di servire.
Servire in tavola nella zuppiera
o ad ogni commensale su piatto individuale.
Vino consigliato:
ideale per questo dolce sarebbero un rosolio o il ratafià.
In mancanza di questi liquori fuori moda,
il Moscato liquoroso dolce-naturale dell’Oltrepò.
Nota
Questa ricetta testimonia la predilezione, fra i dolci lombardi, della frutta come ingrediente principale, un po’ obbligatorio, per ridurre l’impiego dello zucchero, un tempo piuttosto raro, e necessario, per smaltire in stagione le eccedenze produttive degli alberi da frutto.
La ricetta è basata sulla “cottura” del vino e sulla sua aromatizzazione con cannella e chiodi di garofano, come per il “vin brulée”.
Questa operazione determina una forte ossidazione delle sostanze fenoliche presenti nel vino rosso, soprattutto in quello ottenuto dall’uva americana o Clinton, un tempo tipica della Brianza e di tutta la zona prealpina.
Il vino così preparato manifesta una certa proprietà antivirale, oggi dimostrata anche scientificamente, verso i comuni malanni da raffreddamento.
Sono conosciute versioni di questa zuppa che risalgono al 16° secolo: secondo l’uso del tempo, le fette di pane erano precedentemente fritte nel burro.
Un’altra variante consisteva nel riempire con il liquido e la frutta una “cassetta” di pane (cioè un panino a forma parallelepipedo, privato della mollica) da passare in forno e servire calda.
Le amarene dette anche visciole o marasche (a seconda delle sottospecie di derivazione), sono i frutti del Prunus Cerasus (parente stretto del Prunus Avium che fornisce le cilegie dolci).
Sono un frutto antichissimo, probabilmente originario dell’Estremo Oriente ma già acclimatato nelle nostre zone nel periodo neolitico, come testimoniano i ritrovamenti di suoi noccioli in insediamenti palafitticoli dei laghi svizzeri.
La coltivazione delle ciliegie e delle amarene fu poi diffusa in tutto il Nord dell’Europa dai coloni romani.
Rispetto alle visciole e alle marasche, che hanno un colore rosso scuro, l’amarena è caratterizzata da una tonalità più pallida e da un sapore fortemente acido ed amarognolo. Coltivata largamente in altre parti della penisola, in Lombardia l’amarena è presente come albero mantenuto presso le case di campagna per un consumo individuale e per decorazione.
Ricche in acido citrico e in vitamina A, le amarene vengono utilizzate principalmente per conserve sotto alcol o per farne acquaviti, liquori e sciroppi.